venerdì 29 marzo 2013

Di una donna, un SUV e un rosario

L'immagine è questa: una donna alla guida dell'ennesimo SUV lucido e fiammante. Appeso allo specchietto retrovisore del mostro automobilistico c'è un rosario bianco.
Io sono alla guida della mia piccola utilitaria. La donna, il SUV e il rosario entrano nella mia visuale per pochi attimi. Pochi ma sufficienti a farmi provare, istintivamente, amarezza mista a irritazione. 
Perché?
In un lasso di tempo infinitesimale, il mio cervello ha sintetizzato una serie d'informazioni, rielaborandole in un pensiero poco felice.
Gli elementi sono tre: la donna, il SUV, il rosario.

Elemento numero uno: la donna.
Una donna abbastanza scialba. Sicuramente non una di quelle che, in genere, si vedono scendere da questi macchinoni inutilmente ingombranti. Niente trucco, niente sciccherie. Anzi, la sua acconciatura è piuttosto retro. Sembra che abbia un cerchietto o un fermaglio o una pinza che le tiene i capelli lontani dal viso formando una specie di onda anomala sulla testa, molto anni 80. Ha l'atteggiamento ottuso e poco volitivo di chi è concentrato esclusivamente sulle incombenze da svolgere e lo fa con una specie di inerzia; di chi, tra una faccenda da sbrigare e l'altra, non  solleva il pensiero dalla concretezza dell'immediato quotidiano. Deduco che non abbia un lavoro dipendente in quanto l'orario del nostro incontro fortuito non sarebbe compatibile con gli eventuali impegni di lavoro. 

Elemento numero due: il SUV.
Elefanti i SUV della tangenziale / come fare a raggiungerti senza farmi esasperare?, canta Cristina Donà. Però, almeno, gli elefanti sono animali simpatici. A differenza dei SUV. Eccessivamente costosi, eccessivamente inquinanti, decisamente ingombranti. E, più di ogni altra cosa, inutili. Come la maggior parte degli status symbol, d'altronde. La linea stilistica dei SUV è arrogante, aggressiva, da "io ho di più, quindi sono di più".
Vivo in un paese che ha un centro storico fatto da stradine strette e tortuose. Anche la parte più nuova dell'abitato è stata costruita "risparmiando sugli spazi". Spesso si fa fatica a parcheggiare o a circolare a doppio senso. Eppure il mio paesino sembra invaso dai SUV. Mi chiedo sempre che utilità pratica abbiano questi mostri a quattro ruote quando ne incrocio uno. 
"Sono più sicuri quando ci si sposta fuori città", dice. A parte che è una storia tutta da dimostrare, che vuol dire "più sicuri"? Da cosa ci dobbiamo proteggere? 
Scrive Franco Cassano: "Il mondo diventa sempre più rischioso, non perché il sistema non funziona, ma proprio perché, funzionando bene, accresce sia le prestazioni, sia le situazioni di rischio. La complessità aumenta in modo direttamente proporzionale alla velocità e il sistema diventa sempre più difficile da controllare." Insomma, se continuiamo di questo passo, tra un po' circoleremo con i carri armati. 
E mi torna in mente la Fiat Cinquecento bianca di papà. Mamma e papà ci hanno fatto persino il viaggio di nozze con quella Cinquecento. E non c'erano le cinture di sicurezza. Gli incidenti automobilistici c'erano anche allora, certo, ma erano meno gravi di quelli di oggi. La società muta rapidamente e noi ci adeguiamo a cambiamenti che molto spesso subiamo e basta, senza riflettere. Almeno, senza riflettere a sufficienza.

Elemento numero tre: il rosario.
Bianco. Plausibilmente di plastica. Dondola dallo specchietto retrovisore del SUV. 
Che significato ha? È una dichiarazione di fede, di appartenenza confessionale? Ha senso quest'ostentazione di un credo religioso che, di per sé, è un fatto intimo, personale? In realtà, io credo che quel rosario dozzinale abbia, piuttosto, funzione scaramantica, come gli adesivi "Gesù, proteggimi!" che compaiono a volte sui parabrezza delle auto a scongiurare eventuali incidenti automobilistici. 
Ma se il SUV viene spacciato e accettato come essenza automobilistica di confort e sicurezza stradale, a che serve la protezione divina? 
E cos'ha a che vedere l'autentico messaggio evangelico con riti e pratiche che ne richiamano altri sicuramente pagani? Come si concilia la presunta fede nella supremazia tecnologica attestata dal SUV con il persistere della superstizione e come si conciliano le pratiche scaramantiche con la fede cattolica? 
Non si conciliano, semplicemente. Coesistono in un'accozzaglia indiscriminata e acritica che sembra seguire ottusamente le tendenze massificate e massificanti di turno che ci rendono persone poco consapevoli ed esseri umani aridi, insicuri. E tristi.




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