lunedì 29 agosto 2011

Del volo

Scivolo cautamente tra gli stretti tornanti delle Piccole Dolomiti Lucane alla guida della mia Panda. Salgo.
I picchi dei monti sono affascinanti ma il mio compagno di viaggio mi ricorda che devo tenere gli occhi sulla strada, non per aria. Tra una sbirciatina e l'altra riesco a scorgere un cavo sospeso che parte da uno dei picchi e attraversa l'azzurro del cielo scomparendo oltre la mia visuale. Non mi devo mica lanciare da lì (stretta allo stomaco)!
Arriviamo a Pietrapertosa, parcheggiamo e c'incamminiamo verso la biglietteria.
Pietrapertosa è un villaggio grazioso e suggestivo con le sue casette di pietra costruite direttamente a ridosso della roccia rugosa. Ma niente riesce a distrarmi troppo a lungo dal mio obiettivo della giornata: il volo dell'angelo.
E' ora di pranzo. Il mio volo è nel primo pomeriggio. Mangiamo un pezzo di focaccia e un po' d'uva, seduti su una panchina all'ombra di una casa in una piazzetta silenziosa. Fa molto caldo. Poi ci avviamo senza fretta verso la partenza del mio primo volo. Abbiamo tempo.
Saliamo ancora.
La piattaforma si trova subito sotto la rocca dov'è ubicato il castello di Pietrapertosa.
Gli scorci che vediamo sono già bellissimi mentre c'inerpichiamo pigramente.
E finalmente la piattaforma di lancio.
Ci fermiamo nei pressi della casetta di legno per la vestizione (imbracatura, cuffietta, casco, mascherina e carrucola) e guardiamo i temerari del turno precedente al mio che spiccano il volo verso Castelmezzano. Urla di eccitazione riecheggiano ad ogni partenza. Sorrido trepidante. Tra poco tocca a me.
"Cominciamo con il turno delle 15.30", chiama la ragazza dalla casetta.
Eccomi!
Equipaggiata di tutto punto, saluto il mio compagno che, causa vertigini, resterà ad aspettarmi a Pietrapertosa con i piedi ben piantati a terra, e seguo il resto del gruppo di aspiranti angeli sulla piattaforma. E' un gruppo allegro e ben assortito. Si chiacchiera e si scherza. Si scherza, soprattutto, per allentare la tensione (ché un po' di strizza ce l'abbiamo tutti). La linea di San Martino (quella che stiamo per percorrere in volo) ha un dislivello di 118 mt ed è lunga 1415 mt. Raggiungeremo una velocità massima di 110 Km/h.
Mentre aspetto il mio turno, mi guardo intorno e vedo di nuovo il cavo che avevo scorto arrivando in macchina: la linea per il ritorno. (Allora devo davvero lanciarmi da lì!)
Prima di me c'è una coppia giovane, lui e lei. Scherzano. Lei dice a lui: "Sei arrabbiato con me per averti trascinato qui?" Lui: "Ne riparliamo quando arriviamo dall'altra parte." Risate.
Lui parte. Tocca a lei. Sale in piattaforma ed è un po' nervosa. Chiacchiera con l'operatore che la sta agganciando al cavo d'acciaio e che le chiede: "Sei voluta venire tu qua?" E lei: "Sì... ma non me lo ricordo più perché ci sono voluta venire!" Ridiamo ancora. E parte anche lei. La vedo scivolare via mentre mi avvicino all'operatore. Lui mi spiega come posizionarmi. Aggancia i moschettoni della mia imbracatura al cavo d'acciaio e mi fa abbandonare pancia in avanti. Quindi sollevo i piedi e li poggio, facendo pressione, su una fune che mi permette di restare stesa senza fatica e mi fa scivolare comodamente in posizione. Le braccia vanno tenute all'indietro, le mani afferrate alle fasce dell'imbracatura. Sono pronta.
L'operatore mi dice cose rassicuranti: "Non avvertirai vuoti d'aria. E' un volo panoramico. Devi solo rilassarti e godertela. Stai tranquilla." Gli rispondo che sono tranquilla. (Sono tranquilla ma ho il cuore che mi batte come un tamburo impazzito!) Quindi gli dico nome e peso. Lui mi attacca un triangolo di tela gialla in cima all'imbracatura, come una piccola vela, e comunica via radio alla piattaforma d'arrivo che sto per partire. Poi stacca un moschettone davanti, mi dice "Buono volo"!, io rispondo "Grazie!", lui stacca un secondo moschettone dietro e... VIA! 
La roccia sotto la piattaforma scompare all'improvviso, acquisto immediatamente velocità e sotto di me si apre la valle, spettacolo improvviso e straordinario. Trattengo a stento un grido di eccitazione. Il vento mi fischia nelle orecchie e mi scivola fresco sulle braccia nude. Mi sento completamente libera! E' fantastico, dico. E' fantastico, ripeto. A nessuno. Perché là in alto ci sono solo io. Il volo è breve. Dura circa 70 secondi. In un niente sono arrivata dall'altra parte. Scendo, vado a levare casco e imbracatura (mi lasciano tenere la cuffia per i capelli e la mascherina per gli occhi) e corro a prendere la navetta per il volo del ritorno, l'adrenalina a mille. Gli altri sono eccitati quanto me: un'esperienza indescrivibile.
La navetta che ci porta verso l'altra piattaforma di lancio si ferma nei pressi di una chiesa. Da lì ci aspetta una ripida passeggiata di circa 20 minuti. Durante il tragitto in salita stringo amicizia con Paolo. Anche lui vola solo perché la sua ragazza ha preferito non staccare i piedi da terra. Lui, però, sta per effettuare il suo primo volo (quello d'andata) e non sa ancora cosa l'aspetta. La linea Peschiera ha un dislivello maggiore (130 mt) rispetto all'altra linea e si arrivano a toccare 120 Km/h su una distanza di 1452 mt. E' sicuramente un volo più spettacolare. Anche il panorama è più verde e selvaggio. La sensazione è proprio quella di lanciarsi nel vuoto dal picco di un monte, come un'aquila.
Mentre saliamo faticosamente lungo il sentiero sterrato e polveroso, comincia a piovigginare.
Arriviamo in cima e respiriamo a pieni polmoni. C'è chi afferma che, piuttosto che rifare la strada al contrario per scendere, si getterebbe anche senza cavo.
Procediamo di nuovo alla vestizione e i primi partono per il ritorno. Io sono quinta. Partono i primi tre. Poi la pioggia si fa più forte e i voli vengono temporaneamente sospesi aspettando che smetta. Guardo oltre il bordo della piattaforma. Che volo! Nonostante abbia ormai ricevuto il mio battesimo dell'aria, la trepidazione è forte.
La pioggia diminuisce e poi smette. Riprendiamo. Tocca a Paolo. Poi a me.
Paolo parte.
Poi io.
"Buon volo!"
"Grazie!"
Il moschettone si sgancia.
La roccia scompare all'improvviso.
Velocità.
Volo.
E questa volta urlo.
Eccitazione.
Gioia.
Adrenalina.
Senso intenso di libertà.
Mi sento uccello.
Mi sento vento.
Sorrido.
Che meraviglia!


Per maggiori informazioni: http://www.volodellangelo.com/