mercoledì 7 gennaio 2015

Di una notte nel deserto

Siamo arrivati che era già buio. In cielo le stelle e una mezza luna come non l'avevo vista mai. Intorno intuivo una vastità mai sperimenta prima ma nella quale gli occhi non potevano ancora tuffarsi per via del buio.
Dopo cena sono uscita dalla tenda comune dove avevamo cenato, ho preso il mio taccuino e mi sono appartata su una roccia nei paraggi per scrivere alla luce della mia torcia elettrica.
Le voci dei gruppi nella tenda, però, mi distraevano. Allora ho smesso di scrivere e mi sono riavvicinata alla tenda. Ma dentro c'era troppo fumo. Sono restata sulla porta, indecisa. Entro o me ne vado a dormire? In quel momento è uscito Mohammed, uno dei beduini del campo. Abbiamo cominciato a chiacchierare. Non ricordo come sono arrivata a dirgli che cercavo il silenzio. 
"Do you want quiet?", mi ha chiesto. Poi mi ha indicato la sommità della roccia a ridosso del campo tendato. "Up there is quiet. Do you want me to take you there?"
Certo che sì.
"Come with me.", ha detto. E si è addentrato nel buio. Io gli sono andata dietro.
Quando ha cominciato ad arrampicarsi, ho avuto un attimo di esitazione. Quella roccia mi era estranea. Mohammed, invece, procedeva sicuro. Quando ha notato la mia titubanza mi ha chiesto se avessi paura. Gli ho risposto che non riuscivo a vedere dove mettessi i piedi. "Give me your hand.", ha detto. "I'll take you safe up the rock and then down again. Trust me."  
E io mi sono fidata. Quando non ero sicura del mio passo, lo trovavo sempre lì pronto a offrirmi la sua mano calda. Un tocco leggero, incoraggiante. 
Poi Mohammed si è fermato. Eravamo arrivati in cima. Mi sono fermata anch'io. Il silenzio assoluto, totale, completo mi ha ingoiato all'improvviso. Non c'era neanche la voce del vento. Tutto era fermo, immobile, senza suono. Sulla mia testa le stelle e la mezza luna rovesciata. Gli occhi ormai abituati all'oscurità riuscivano a riconoscere gli spazi larghi del deserto che si stendeva ai nostri piedi. Il cuore mi è esploso nel petto. I polmoni si sono dilatati oltre i confini del corpo. Quante volte avevo desiderato vivere un momento come quello! E mi ci sono trovata dentro così, inaspettatamente. Un'emozione vibrante, intensa, incredibile.
"Do you like it here?", mi ha chiesto Mohammed.
Sì. Mi piace. Di più.
Mi ha mostrato la cima di un'altra roccia, un po' più lontana. Mi ha detto che là ci saremmo potuti sedere. L'ho seguito ancora una volta, ancora una volta fidandomi del suo passo sicuro e della sua mano calda. 
Sull'altra cima c'era il sedile di un furgone poggiato sulla nuda roccia. Mohammed s'è seduto senza dire niente lasciandomi spazio accanto a lui. Mi sono seduta anch'io. Sono scivolata sul tessuto consumato del sedile fino a poggiare la testa sullo schienale, le gambe allungate davanti a me, gli occhi rivolti al cielo. 
Ogni tanto parlavamo. Lui mi faceva domande semplici, dirette, con voce morbida, quasi a non voler turbare troppo il silenzio che stavamo abitando. 
Poi mi ha chiesto: "What do you like of your life?"
La mia risposta resterà un segreto tra me, lui e il deserto.
E poi: "Do you want to be quiet now?", mi ha chiesto.
"Yes. Please."
"You tell me when you want to go back.", ha concluso e poi si è raccolto nel suo lungo cappotto di pelle di pecora e ha smesso di parlare. 
Io sono restata a faccia in su, con gli occhi persi tra le stelle, immersa nel silenzio assoluto. Il vuoto si è fatto spazio tra i pensieri, liberandomi la mente. Una felicità impregnata di serenità mi si è adagiata addosso come una coperta. Non desideravo nulla se non essere lì in quel momento. Succhiare ogni goccia di silenzio, accoccolata nel buio foderato di piccole luci sulla mia testa. Il deserto tutto intorno. Un invito a perdermici dentro, a navigare la vastità, a lasciare che l'anima ritrovi la sua forma originaria. Senza confini, senza finte necessità. Bere, mangiare, qualcosa con cui coprirsi. Dormire sotto le stelle. Respirare. Piano. 
Una stella cadente ha attraversato il mio campo visivo come un inchino.
La Bellezza.


6 commenti:

  1. grazie per aver condiviso i tuoi pensieri con noi. che fortuna averti incontrata. buona vita

    RispondiElimina
  2. Grazie a te, Lorenza, per essere stata una compagna di viaggio eccezionale. A presto.

    RispondiElimina