sabato 29 giugno 2013

Del farci l'abitudine ovvero non mi ci abituerò mai

Sono tornata da scuola. Sulla faccia porto ancora gli odori confusi di creme e fondotinta e lozioni e dopobarba che mi hanno lasciato i colleghi e le colleghe che ho salutato. Oggi è l'ultimo giorno. Il mio contratto scade domani. 
C'è una collega che, come me, verrà licenziata a fine giugno e che piange. Io no. 
Per lei è la prima volta. Per me no. "Ci ha fatto l'abitudine.", commenta qualcuno. "Ha dovuto indurirsi per necessità dopo tutti questi anni.", commenta un'altra. 
Non è vero. Non ci ho fatto l'abitudine. Non mi sono indurita. Però, in dieci anni, ho imparato a trattenere le lacrime, a smettere di parlare quando avverto che la voce comincia a incrinarsi per l'emozione, a spostarmi all'improvviso per distrarre i pensieri, a inventarmi starnuti strozzati sul nascere per giustificare gli occhi umidi o a ridere per ignorare i nodi alla gola. Ho imparato a dissimulare. A volte ci riesco meglio, altre peggio. A volte, poi, arrivo alla macchina, entro, metto in moto, parto e scoppio a piangere senza ritegno.

Quest'anno è passato in fretta, così in fretta che adesso sono quasi stordita e incredula. Gli altri anni, verso la fine dell'anno, cominciavo a fare il conto alla rovescia dei giorni che mancavano al termine, classe per classe e, ogni giorno che passava, lo depennavo tutta contenta. Quest'anno no. Niente conto alla rovescia. Non ci ho nemmeno pensato. 
Lo sapevo che sarebbe finita, come tutti gli anni. Lo sapevo. Lo so. So che non tornerò. So che i "forse" e i "non so" servono solo ad attutire il colpo che arriva. Sempre. Inesorabile. Eppure quest'anno la presa di coscienza tarda ad arrivare. Sono qui che mi dico: "È finita!" ma non riesco a crederci. Non riesco a credere che domani non dovrò più varcare quel cancello. Non riesco a credere che da domani la professoressa Giotta non insegnerà più alla Galilei.
F. dice: "Non ti ho mai vista così attaccata a dei ragazzi come quest'anno." Non sono sicura che sia davvero così ma istintivamente scuoto la testa. No, non è così: mi affeziono sempre, tremendamente, come un cane. Ai ragazzi, ai colleghi, ai muri della scuola, ai corridoi vuoti. Forse, però, quest'anno la fatica per arrivare al lavoro è stata contenuta (poca roba i 50 km tra andata e ritorno rispetto ai circa 140 km che ho dovuto macinare in passato; poca roba la sveglia alle 6.30 di tre giorni su cinque, rispetto alla sveglia alle 5.30 dei cinque giorni su cinque dello scorso anno). Forse sarà stata la vicinanza benefica del mare. Comunque, l'energia che sono riuscita a recuperare l'ho investita completamente in classe, nel mio lavoro. Per i ragazzi. E forse questo ha fatto la differenza. 

Alla fine restano sempre i dubbi. I dubbi di non aver comunque fatto o dato abbastanza, di aver sbagliato qualcosa, di aver mancato qualcosa. Resta pure la certezza di non poter migliorare quello che è stato fatto, di non poter avere un'altra occasione, di non poter rendere i legami e le relazioni umane più salde, più profonde, più belle. Perché il prossimo anno ci sarà da ricominciare tutto da un'altra parte. Tutto da capo. Tutto un'altra volta. Entrerò di nuovo nelle seconde e nelle terze classi (che cambiano, forse, per il terzo anno consecutivo insegnante d'inglese) e probabilmente i ragazzi mi guarderanno con sospetto o m'ignoreranno o mi rifiuteranno o mi provocheranno fino a quando non riusciremo a trovare una sintonia. O forse la sintonia non riusciremo a trovarla mai in quei nove mesi scarsi di lezione e io incasserò il fallimento. 
E ancora dovrò ricominciare tutto da capo con i colleghi che, all'inizio, mi ascolteranno distrattamente, dimenticheranno il mio nome, la disciplina che insegno e da dove vengo e non sapranno se possono fidarsi di me, professionalmente e umanamente. 
Il primo collegio dell'anno dove tutti si conoscono e si salutano e si parlano e io mi siedo dove capita e sorrido a vanvera e mi sento un pizzico a disagio. E l'ultimo collegio dell'anno quando anch'io saluto tutti e parlo con tutti e sorrido con convinzione e ad alcuni colleghi glielo leggi in faccia che vorrebbero che tu restassi là e pure tu vorresti restare là e invece non puoi. 
Non posso. Maledizione, non posso!
Mi torna in mente una mia alunna di prima che, quest'anno, quando ho spiegato alla classe che non sapevo se ci sarei stata il prossimo anno perché a fine giugno il mio contratto sarebbe scaduto e io sarei stata licenziata, lei è sbottata: "Professoressa, ma perché la licenziano?! Lei è bravissima!" 
I miei aunni: la materia più preziosa. Rileggo i messaggi che hanno voluto lasciarmi a fine anno e non riesco più a dissimulare.
Non sono sicura di essere veramente riuscita a dar loro qualcosa. Sicuramente loro hanno dato molto a me. Cazzo! Quanto suona banale e ovvia e mielosa questa cosa! Ma, cazzo!, quant'è vera! Ed è l'unica spinta forte a continuare a sorridere e a grattare il fondo della mia stanchezza alla ricerca di nuova grinta per non mollare. 

Secondo me sono migliorato tantissimo in inglese perché prima non ero così bravo. Ciò è successo grazie ad una professoressa brava e con tanta esperienza e di questo ne sono molto fiero. 

La mia  insegnante è stata molto brava, comprensiva e ci ha consolato nei momenti più difficili, e mi dispiacerebbe se lei se ne andasse e vorrei che rimanga per gli altri due anni.

Penso che le professoresse ce ne siano tanti tipi: da quelle "pazze", buone, fin troppo buone da non essere rispettate, cattive e tante altre caratteristiche e caratteri. Però penso che ci siano delle eccezioni, professoresse che riescono ad essere tutto senza avere svantaggi in niente, tutto equamente. Penso che lei sia una di quelle "eccezioni". Spero si sia trovata bene con noi. Continui così perché, per noi, è stata una fortuna averla con noi.

In questi 3 anni abbiamo sempre cambiato professoresse e non avrei potuto chiedere una professoressa migliore di lei per portarci agli esami. Spero sia orgogliosa di noi.

MAGARI CI VEDIAMO L'ANNO PROSSIMO. GRAZIE DI ESSERE LA NOSTRA PROF.

(...) non ho mai adorato così l'inglese! Spero che l'anno prossimo ritorna perché oltre a capire e amare l'inglese, ho sviluppato un forte legame affettivo.
PS: è la verità!!

Professoressa, da grande vorrei diventare come te che viaggi ma non vorrei fare l'insegnante.

Voglio che siano tutti i prof come la Giotta. [studente anonimo]

Prof, mi scusi per il casino fatto e per i consigli non seguiti, lei è un'ottima professoressa. Le voglio bene. :)

Grazie di tutto, fino alla fine Forza Juventus.

È stato un anno bellissimo e anche se non amo proprio la lingua inglese dopo questo anno la studierò con più piacere grazie ai suoi consigli. Un grande ringraziamento da quello della seconda fila.

Prof, lei è la professoressa che ho sempre sognato di avere. (...) Non mi dimenticherò mai delle canzoni cantate insieme.

Non ho cipolle per farla piangere, ma spero che lei abbia un po' di umorismo per ridere! 
Le voglio bene.

(...) Voglio dirle che lei è stata un esempio per me, tanto che, nei pochi giorni in cui si è assentata, non ho gioito come avrei fatto se si fossero assentati altri insegnanti. Con queste parole intendo dire che io la considero quasi come una seconda madre e, proprio come le madri non si possono cambiare, non voglio che lei se ne vada. Le voglio un mondo di bene.

Professoressa, lei mi mancherà perché è stata una delle professoresse più brave che ci siano, perché nonostante noi davamo molto fastidio lei non ha mollato con noi, ed io volevo dirle un grazie enorme per tutto.

La professoressa Giotta è stata molto comprensiva verso i ragazzi più "deboli" e ha cercato di aiutarci e di spiegarci ogni particolare. Per me è stata e lo sarà per sempre la mia cara Professoressa Giotta.

È stata un'insegnante bravissima e spero che un giorno ci rivedremo. Quel giorno dovrò darle del lei?

Mi ha fatto cambiare idea sull'inglese e mi ha fatto capire che mi piace l'inglese.

Prof, quest'anno è stato fantastico e lei è riuscita a farmi adorare l'inglese.

(...) Poi vorrei solo dirle grazie perché mi ha fatto amare ancora di più l'inglese di quanto già non lo amavo, soprattutto grazie al suo modo di spiegare. Davvero, GRAZIE! Mi piacerebbe che ci fosse lei al superiore.

Lei è stata una delle poche professoresse che ha saputo fare il suo dovere ma ha anche saputo interagire con noi. Siamo noi a doverla ringraziare per tutto quello che ha fatto.

Siamo noi a doverla ringraziare perché anche quando non abbiamo saputo fare qualcosa lei c'è stata sempre di grande aiuto e non ci ha fatto mollare MAI!!!!! Grazie!!!!!

aoooooo è qui la festaaaaa?? Grazie di tutto professorè quest'anno lei e m. avete "attaccato" un ottimo rapporto con noi (lei di più) ed è una cosa molto buona visto che ci ha dato molti consigli e molti di noi ne hanno fatto tesoro... Grazie a pròòòò

E buone vacanze!