martedì 7 maggio 2013

Di un ricordo


Giovinezza. Questa è la prima parola.
Sole. La seconda.
Leggerezza. Tre.
Solitudine. Quattro.
Sorriso. Cinque.


Attraversare la città caotica a piedi per raggiungere l'università e dare il mio primo orale.
La trepidazione del sangue, Suzanne Vega nelle orecchie e un sorriso fiducioso stampato dietro gli occhi inondati di sole.
Ero arrotolata su me stessa, bozzolo morbido ma compatto.
Guardavo dritto al futuro assaporando ogni attimo del presente.
Ero sicura che la vita mi avrebbe dato tanto. Ne ero sicura perché quel "tanto", io, me lo sarei andato a prendere. E, per diverso tempo, sono stata sulla buona strada. Poi, ad un certo punto, qualcosa è andato storto. Mi sono persa. E non mi sono ancora ritrovata.


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