sabato 1 novembre 2014

Dell'inesistente

Non esiste. Non esisterà mai.
È un desiderio, un'emozione di carne. 
C'è. Ma non esiste. Non ha passato e, sicuramente, non ha futuro. È un eterno presente. 
Mi abita dentro, annidato tra i pensieri, tra i palpiti del sangue, tra i ricordi. 
È una certezza testarda.
È rabbia trattenuta. 
È attesa senza fine. Senza soddisfazione.

Vorrei potermi sedere di fronte a me stessa per guardarmi negli occhi, senza specchio. 
Vorrei toccare il mio viso come fosse di un'altra; ascoltare la mia voce con le mie orecchie diverse.
Vorrei poter provare a capirmi, fuori da me stessa, ragionare ad alta voce con il mio doppio. Scuotermi, spingermi, prendermi a schiaffi. Stringermi forte. Asciugarmi le lacrime. Accarezzarmi i capelli. Tenermi la mano. 
Altra da me ma sempre io. Io che so. Io che conosco l'indicibile di me. Io che non riesco ad adattarmi. Io che ho deciso di non volermi accontentare più.
Io, intrappolata in un Paese che affonda sempre più nell'inumano. Che mi fa sentire impotente. Che mi fa desiderare la fuga. 
Ma poi non c'è nessun posto dove poter fuggire. La miseria umana è ovunque.
L'unica è chiudersi dentro. Nella propria testa. O restare a respirare il cielo e il mare. Affondare piedi e mani nella terra viva. 
Chiudere gli occhi. Proiettarsi tra le stelle.
Dimenticare. 
E, finalmente, smettere di pensare.



"We want only to live
Only to love and breathe again"





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